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Reflusso gastroesofageo: sintomi, cause, rimedi

reflusso

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Un fuoco a lungo celato diventa un incendio difficile ad estinguere.
Confucio

Provi spesso un senso di fastidio dietro lo sterno, come se qualcosa risalisse dallo stomaco?

Hai spesso una sensazione di bruciore in fondo alla gola?

Hai spesso la sensazione di amaro o acido in bocca?

Soffri di bruciore allo stomaco o rigurgito acido due o più volte alla settimana?

Se hai risposto affermativamente allora potresti soffrire di reflusso gastroesofageo.

 

COS’È?

Il reflusso gastroesofageo è la risalita involontaria e frequente dei succhi gastrici e di parte del contenuto dello stomaco lungo l’esofago, talvolta fino alla gola.

Se la valvola che separa l’esofago dallo stomaco non funziona correttamente, il contenuto dello stomaco che si trova nell’addome può risalire lungo l’esofago nel torace.

Quando il disturbo si presenta più volte nel corso della giornata e si associa ad altre complicazioni si parla di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).

 

I SINTOMI PIÙ COMUNI DEL REFLUSSO ESOFAGEO

Il sintomo più comune è il bruciore, a livello dello stomaco o dietro lo sterno.

Il sintomo diventa acuto durante la notte e quando ci si corica. Nei casi gravi, il dolore al petto è così intenso da essere confuso con un attacco di angina pectoris.
Ci possono anche essere sintomi aspecifici, come raucedine, laringite, disturbi alle corde vocali o tosse cronica a causa della spiccata acidità dei succhi gastrici che, passando all’interno dell’esofago, provoca l’irritazione delle mucose e, talvolta, delle vie respiratorie e della gola.

 

LE PRINCIPALI CAUSE DEL REFLUSSO ESOFAGEO

Esistono numerose cause di reflusso gastroesofageo:

  • Il rilassamento, e quindi l’incontinenza, della valvola posta alla fine dell’esofago che dovrebbe impedire il movimento retrogrado del contenuto gastrico.
  • Il prolungato ristagno di cibo nello stomaco
  • Il sovrappeso, soprattutto se caratterizzato da depositi di grasso addominale, può avere un ruolo importante. Infatti, l’accumulo di grasso comporta un aumento della pressione all’interno del compartimento addominale e quindi dello stomaco, che tende a spingere il contenuto gastrico verso l’alto.

Altre condizioni che possono contribuire alla malattia da reflusso gastroesofageo sono rappresentate da: fumo di sigaretta, alcune malattie neurologiche autoimmuni, assunzione cronica di alcuni farmaci, stress.

 

CURE E RIMEDI PER IL REFLUSSO

Nel curare il reflusso gastroesofageo, l’alimentazione gioca un ruolo importante.

La terapia iniziale si basa su un’adeguata educazione alimentare, volta a ridurre il peso corporeo (soprattutto la circonferenza addominale) e sulla modifica dello stile di vita.

È dimostrato che alcuni cibi e determinati comportamenti possono favorire gli episodi di reflusso perché allungano i tempi di svuotamento dello stomaco o sono irritanti.

Ecco alcuni consigli e rimedi:

  • Evitare il fumo e gli alimenti che potrebbero peggiorare l’acidità come cioccolata, menta, caffè, alcolici, pomodoro, agrumi.
  • Evitare di coricarsi subito dopo i pasti, soprattutto quando pesanti o abbondanti e di consumare un pasto leggero alla sera.
  • Evitare i pasti abbondanti, preferendo pasti piccoli e frequenti.
  • Privilegiare un’alimentazione a basso contenuto di grassi.
  • Evitare cibi e bevande troppo calde o troppo fredde
  • Evitare l’assunzione di abbondanti quantità di liquidi durante i pasti, gli stessi vanno sorseggiati lentamente nel corso della giornata.
  • Evitare anche i farmaci che possono aumentare l’acidità gastrica, come gli antinfiammatori e alcuni ansiolitici.
  • Mangiare lentamente, masticando con calma i bocconi.

Se i disturbi permangono nonostante le correzioni alimentari, vengono prescritti dei farmaci, che possono essere:

  • Antiacidi che neutralizzano l’acido nello stomaco. Hanno un’azione rapida ma sono utili solo come rimedio sintomatico.
  • Farmaci che bloccano la produzione di acido: gli inibitori della pompa protonica

La chirurgia per il trattamento del reflusso gastroesofageo è considerata una misura “estrema” ed è riservata a pazienti che non rispondono ai farmaci e che presentano contemporanei problemi anatomici, come ernie iatali di grandi dimensioni.

 

ALIMENTI DA EVITARE

  • Cibi fritti, piatti già pronti (perché per la loro preparazione sono spesso utilizzati molti grassi).
  • Salse con panna, sughi con abbondanti quantità di olio, margarina, burro, strutto dolci con creme.
  • Carni molto cotte: stracotti, gulasch, bolliti, ragù.
  • Grasso visibile della carne e degli affettati. Insaccati.
  • Superalcolici.

 

ALIMENTI DA CONSUMARE CON PARSIMONIA

  • Cioccolato, agrumi e succo d’agrumi, pomodoro (soprattutto crudo) e succo di pomodoro, cipolla, peperoni, aglio, peperoncino, pepe, menta.
  • Caffè anche decaffeinato, tè, bevande gassate.
  • Vino (massimo 2 bicchieri al giorno per i maschi, 1 per le femmine)

 

ALIMENTI CONSIGLIATI

Un’alimentazione corretta contribuisce a mantenere il corpo, e quindi la voce, in buona salute, scopriamo quali sono gli alimenti adatti:

  • Cereali integrali, frutta e verdura (almeno una porzione a pasto, nei casi più gravi prevalentemente cotta o centrifugata), acqua (non meno di 1,5 litri al giorno).
  • Latte o yogurt scremati o parzialmente scremati.
  • Formaggi: primo sale, fiocchi di latte, mozzarella di vacca, o formaggi parzialmente decremati, come il Parmigiano Reggiano DOP.
  • Carne di pollo, tacchino, coniglio, vitello, maiale (nei tagli più magri).
  • Pesce: branzino, sogliola, orata, merluzzo (limitare il consumo di pesci grassi come salmone, capitone, anguilla).
  • Molluschi e crostacei (consumo limitato massimo 1 volta a settimana).
  • Prosciutto crudo, cotto, speck, bresaola, affettato di tacchino/pollo.
  • Olio extra-vergine di oliva a crudo..

Non è detto che a tutti quelli che soffrono di questo disturbo giovi l’eliminazione di agrumi, pomodoro, cibi acidi, fritti, cioccolato, caffè, spezie, menta e bevande gasate. Perciò la loro eliminazione, secondo una recente revisione, pubblicata su Current Gastroenterology Report, dovrebbe essere adottata solo da chi realmente ne trae vantaggio. Per poterlo capire, c’è chi suggerisce di tenere un diario alimentare in modo da poter più facilmente riconoscere gli alimenti che danno problemi.

Rimane in ogni caso valida — secondo Massimo Zuin, professore di Gastroenterologia dell’Università di Milano— la raccomandazione di dimagrire se si è in sovrappeso: un eccesso di grasso addominale rende meno efficiente il sistema muscolare sfinteriale che impedisce il reflusso del contenuto gastrico nell’esofago e provoca un aumento della pressione all’interno dell’addome e dello stomaco che aumenta il reflusso di acido in esofago

 

QUANDO CONSULTARE IL MEDICO

Se i sintomi del reflusso diventano cronici e si presentano più volte nel corso delle 24 ore è utile chiedere un parere al medico.

Oppure in caso di abbassamento di voce e mal di gola non legati alle consuete patologie stagionali e respiratorie.

Avvertenze: i consigli dietetici qui forniti sono puramente indicativi e non debbono essere considerati sostitutivi delle indicazioni del medico, in quanto alcuni pazienti possono richiedere adattamenti della dieta sulla base della situazione clinica individuale.

 

Dott.ssa Maria De Marinis