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Mangiare in famiglia fa bene agli adolescenti

mangiare in famiglia

mangiare in famiglia

Quando ero bambino il menù della mia famiglia era composto da due scelte: prendere o lasciare.
Buddy Hackett

Quanto una dieta sana e bilanciata sia un investimento sulla salute presente e futura è ormai risaputo, così come ogni genitore è consapevole dell’influenza che le sue indicazioni abbiano un impatto sulle abitudini dei propri figli. Quello che, invece, talvolta si tende a sottovalutare è l’importanza della condivisione del pasto.

Una volta mangiare tutti insieme, in famiglia, mezzogiorno e sera era un rito a cui nessuno rinunciava, e poi c’era il pranzo della domenica, magari con i parenti.

Riti che si conservano ancora, da qualche parte ma che altre volte si perdono.
Va bene lo stesso? Pare proprio di no.

Tra gli adolescenti che consumano i pasti da soli aumenta il rischio di assumere una dieta scorretta e di sovrappeso e cala, in parallelo, la percezione di supporto familiare.

Un’indagine statunitense (Family Life, Activity, Sun, Health, and Eating (FLASHE) Study) ha dimostrato le molte ricadute negative del consumare i pasti in solitudine mettendo in luce come il consumare il pasto da soli corrisponda ad un impoverimento della qualità della dieta, e si associ all’aumento del rischio di malnutrizione per eccesso di energia e di sviluppo di sovrappeso/obesità.

L’indagine ha coinvolto 1.652 adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni, ha valutato non solo la frequenza dei pasti solitari, ma anche il tipo di alimenti consumati in queste occasioni (piatti pronti di rosticceria, piatti consegnati a casa come la pizza, ecc.)

È stato chiesto inoltre ai ragazzi quale fosse la disponibilità domestica di frutta e verdura, in assenza dei genitori, e quale fosse l’atteggiamento dei genitori nei confronti del consumo di alimenti con profilo nutrizionale meno favorevole, come bevande zuccherate, snack dolci o salati ad alta densità energetica, patate fritte di ogni tipo.

Il risultato dell’indagine ha evidenziato come la solitudine del pasto sia un fattore di rischio di sovrappeso e obesità, mediato dalla scelta individuale di alimenti a maggiore densità energetica, che va di pari passo con la dichiarata percezione di una guida genitoriale latente.

Questi stessi adolescenti dichiarano la scarsa disponibilità di frutta e verdura e la maggiore disponibilità domestica di alimenti con un profilo nutrizionale meno favorevole, nonché un atteggiamento più condiscendente nei confronti di questi alimenti concessi per la loro funzione “consolatoria”.

Gli anni dell’adolescenza, sottolineano gli Autori, sono cruciali nello stabilizzare le abitudini di vita che si manterranno anche da adulti, prima tra tutte quella alimentare. «Consumare i pasti in famiglia è un fattore protettivo riconosciuto nei confronti dello sviluppo di un atteggiamento sano nei confronti del cibo» concludono gli Autori «ma è anche vero che la famiglia può e deve promuovere e insegnare come sviluppare scelte alimentari corrette in autonomia, come parte non secondaria del processo educativo».

Trascorrere del tempo insieme ai propri figli a tavola consente, innanzitutto, di trasformare i pasti in un preziosissimo momento educativo durante il quale far scoprire sapori nuovi, raccontare le storie che si nascondono dietro ad un pomodoro o ad una zucchina, trasmettere informazioni e suggerimenti che aiuteranno i ragazzi ad assimilare abitudini sane e consapevoli a proposito della propria dieta.

I benefici di questo tipo di condivisione, però, vanno ben oltre una semplice questione di salute: chi mangia più spesso con la propria famiglia, infatti, sembra avere un rendimento scolastico migliore ed essere più socievole dei coetanei.

Cucinare insieme è un’ulteriore strategia suggerita dagli esperti per potenziare ulteriormente i benefici della condivisione dei pasti.

Ciò permetterà ai genitori di instaurare un rapporto positivo con i propri figli, far loro scoprire qualcosa di più su quello che solitamente trovano in tavola già proprio e potrebbe essere una buona soluzione per incentivarli a mangiare frutta e verdura.

Un vero e proprio toccasana anche contro sovrappeso e obesità giovanile, condizioni che possono avere sul breve e lungo termine conseguenze anche gravi una volta diventati adulti.

Reicks M, Davey C, Anderson AK, Banna J, Cluskey M, Gunther C, Jones B, Richards R, Topham G, Wong SS. Public Health Nutr. 2019 Feb 28:1-12. [Epub ahead of print]- http://www.nutrition-foundation.it

 

Dott.ssa Maria De Marinis